Questo sito utilizza cookies per fornire servizi. Cliccando il tasto OK si acconsente all'uso dei cookies.

Clicca qui per ottenere ulteriori informazioni sull'argomento. OK

Home / Tag Forze armate /

L'incredibile storia del soldato Giuseppe Burini


Descrizione: 21 novembre 1917, l’ultima cartolina del vero prigioniero Giuseppe Burini (sopra) - 8 febbraio 1918, una delle cartoline del falso Burini (sotto).



Giuseppe Burini risiedeva con la famiglia a Civitella Benazzone; i Burini coltivavano la terra per conto della famiglia Cianelli qunado Giuseppe ricevette la cartolina che lo convocava alla visita di Leva, nel pieno della Prima Guerra Mondiale. Cercò invano di sfuggire alla trincea ma dovette partire, prima a Firenze e poi in zona di guerra; dalle sue lettere inviate alla famiglia traspare la voglia di tornare ad aiutare il padre ma allo stesso tempo la serietà con cui stava affrontando la guerra e tutta la durezza di quella vita quotidiana, dove in ogni momento la morte era in agguato. Sin qui la sua storia appare uguale a quella di centinaia di migliaia di altri soldati italiani; nel novembre del 1917 viene fatto prigioniero dagli austriaci, ma continua a scrivere cartoline a casa sua rassicurando i genitori sulle condizioni di salute. Morirà a Sigmundsherberg il 27 novembre 1917 per cause ignote.



La famiglia continuerà a ricevere per oltre un anno false cartoline a firma di Giuseppe, inviate molto probabilmente da un commilitone anch’esso prigioniero; con queste infami comunicazioni il falso Burini riuscì ad ottenere dalla famiglia generi alimentari, vestiti, soldi, sigarette e altri beni che il vero Giuseppe Burini mai aveva chiesto. L’inganno venne svelato alla famiglia solamente a guerra conclusa, nel gennaio 1919, quando vennero ritrovati alcuni effetti personali e i resti del vero soldato Burini. Esaminando le cartoline vere e false in effetti emergono alcune evidenti incongruenze, ad esempio grossolani errori nello scrivere il proprio cognome, Burrini anziché Burini, o la propria città, Peruggia anziché Perugia, errori che il vero Burini mai avrebbe commesso. La conservazione delle centinaia di lettere e documenti originali e la ricostruzione di questa triste e incredibile storia perugina e italiana si deve agli insegnanti Bellaveglia Lilia e Moschetti Giorgio, che hanno avuto anche il merito di farla uscire dall’anonimato.    



Prestatore: Bellaveglia Lilia e Moschetti Giorgio 



Utilizzo: Mostra “Perugia in cammino”, Palazzo Penna, dal 22 dicembre 2013 al 6 aprile 2014



 



 



 


Album
Visite
6219
Punteggio
4.67 (2 voti)
Vota questa foto

L'Archivio della Memoria Condivisa di Perugia è autorizzato all'utilizzo di queste immagini solo ed esclusivamente per l'espletamento delle sue finalità istituzionali.

Tali materiali rimangono sempre e comunque di proprietà del prestatore, e pertanto eventuali richieste di utilizzo da parte di terzi devono obbligatoriamente essere sottoposte dai nostri operatori al suo giudizio.

Le richieste dovranno essere motivate da una finalità culturale o istituzionale, e in nessun caso potranno avere finalità commerciali o di lucro. Ogni violazione di queste disposizioni sarà perseguibile per legge.

Per richiedere l'uso di questa immagine:

CAPTCHA Reload Image
Inserisci il codice di controllo: